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Riciclaggio di denaro fra Prato, San Marino e la Cina: tre maxicondanne

Trasferivano ingenti somme di denaro tramite i money transfer per poi inviarle nella Repubblica Popolare dopo averle 'ripulite' sotto il Titano

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PRATO – Il tribunale di Prato, in composizione collegiale ha emesso, su richiesta della procura di Prato, una sentenza di condanna per i reati di riciclaggio per un quantitativo complessivo pari a circa quattro milioni di euro (3.813.832), che ha coinvolto l’Italia, San Marino e la Cina, nei confronti di un cittadino cinese e di due imputati di nazionalità italiana.

In particolare, sono stati condannati due cittadini sanmarinesi, titolari di una società fiduciaria, alla pena di nove anni di reclusione e a 10mila euro di multa ciascuno e un cittadino cinese, amministratore di fatto di un’agenzia di money transfer di Sesto Fiorentino, ad 8 anni di reclusione e 8mila euro di multa, per il riciclaggio dei proventi dell’attività imprenditoriale cinese.

I reati individuati sono quelli di false informazioni per eludere gli obblighi di adeguata verifica della clientela commesso dagli esecutori dei trasferimenti di denari frazionati, e, in parte, nelle condotte degli imprenditori cinesi che avrebbero violato più norme in materia doganale di importazione, commercio, produzione di materie e di merci, di tutela e di sicurezza sul lavoro e di igiene alimentare, nonché in evasione di imposta diretta e indiretta.

Il tribunale di Prato ha, poi, disposto – su richiesta della procura di Prato, oltre alla confisca del denaro e dei beni già in sequestro – la confisca per equivalente di denaro, beni e altre utilità fino al valore citato di 3.813.832 euro, corrispondente al prodotto, profitto e prezzo del reato di riciclaggio.

La vicenda si colloca nell’alveo della criminalità cinese fortemente radicata sul territorio pratese (il reato di associazione per delinquere, nello specifico, è stato dichiarato prescritto) e le indagini si sono nutrite dell’apporto investigativo del Nucleo di polizia finanziaria della Guardia di finanza di Firenze.

Le condotte accertate sono consistite nel trasferimento di rilevanti importi di denaro in contante, raccolti attraverso l’attività di una rete di sub-agenzie di money transfer, dislocate su tutto il territorio nazionale, la maggior parte dei quali di provenienza illecita, per poi inviarli verso la Cina in più rimesse alla volta, attribuendone fittiziamente la titolarità a cittadini cinesi ignari o inesistenti. Le condotte reiterate sul territorio nazionale sono state poste in essere a Sesto Fiorentino e Borgo Maggiore (nella Repubblica di San Marino), dal 2008 al 2009.

L’amministratore di fatto dell’agenzia di money transfer di Sesto Fiorentino, si occupava di portare materialmente il denaro ai due cittadini sanmarinesi che lo ripulivano attraverso il sistema bancario della Repubblica di San Marino, trasferendolo in Cina.

Altre posizioni di imputati minori, non inseriti nel meccanismo del riciclaggio sono state definite con sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, in relazione ai reati tributari contestati (omessa dichiarazione), e con sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste dai reati di appropriazione indebita aggravata e riciclaggio, di tentato riciclaggio in concorso, di contrabbando, truffa aggravata e furto aggravato.

© Riproduzione riservata

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