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PRATO – “Il referendum sulla cittadinanza sostenuto dal Partito Democratico è solo l’ennesimo attacco alla nostra identità nazionale, sulla scia dei fallimenti chiamati Ius Scholae e Ius Soli. Prato, la città più multietnica d’Italia, è il triste esempio del fallimento di una politica che ha minato la stabilità sociale e culturale del nostro territorio. Invece di affrontare i problemi reali dell’integrazione, il Pd continua a promuovere modelli pericolosi che ignorano la difficile realtà della convivenza”.
Così Claudiu Stanasel, vice presidente del Consiglio comunale di Prato e capogruppo della Lega, che afferma: “Io ho conquistato la cittadinanza italiana con merito, rispettando le leggi, impegnandomi per integrarmi e abbracciando i valori della Costituzione italiana. Questo è il vero spirito dell’integrazione: un impegno reciproco tra Stato e cittadino, fondato sul rispetto e sulla condivisione di valori e ideali. A Prato, circa 50mila residenti, per oltre il 90 per cento extracomunitari, non possiedono la cittadinanza italiana. La maggior parte di loro proviene dalla Cina, da paesi islamici e africani, e proviene da contesti culturali e giuridici che risultano profondamente diversi dalle nostre tradizioni. Il Pd continua a spingere per concedere loro la cittadinanza senza alcuna verifica adeguata dell’integrazione e senza il rispetto dei valori su cui si fonda il nostro paese”.
“Molti dei paesi di origine di questi residenti, come la Cina, vietano la doppia cittadinanza, e questo fa sì che l’Italia si faccia carico dell’intera responsabilità dell’integrazione, senza alcuna garanzia che queste persone si adattino ai nostri valori. Il Pd – prosegue Stanasel – non si rende conto che, così facendo, accoglieremmo stranieri acriticamente, senza alcuna valutazione reale sull’integrazione. Inoltre, l’Islam, che non ha un’intesa ufficiale con lo stato italiano, pone un ulteriore problema per la coesione sociale. Questo vuoto istituzionale significa che l’islam non è vincolato a rispettare i principi fondamentali della nostra Costituzione, la laicità dello stato, né tantomeno la parità di genere o i diritti civili. I fatti parlano chiaro: negli ultimi anni, sono stati numerosi gli episodi che hanno evidenziato le difficoltà di integrazione, come la violazione dei diritti delle donne, la radicalizzazione e i comportamenti che sfidano le leggi italiane. Questi episodi non sono casi isolati, ma il frutto di una politica fallimentare che il PD non ha voluto affrontare, preferendo ignorare i segnali di allarme”.
“L’Italia ha registrato un aumento nelle concessioni di cittadinanza, con un record di 217mila nel 2024, superando Germania e Francia. Tuttavia, molti paesi occidentali stanno adottando politiche più restrittive, concentrandosi su un impegno serio verso l’integrazione e i valori costituzionali. Alcuni Stati hanno introdotto la revoca della cittadinanza per chi commette reati gravi per proteggere la coesione sociale. Prato, con la sua esperienza diretta della convivenza multiculturale, è un esempio lampante di come la politica del Pd sull’integrazione stia fallendo. La città ha ormai una presenza significativa di mafie di origine cinese e africana, un fenomeno che continua a crescere senza una strategia efficace di integrazione. Non possiamo ignorare che Prato è una delle città più insicure d’Italia, come ribadito dalla classifica annuale del Sole 24 Ore. Il Pd, con la sua politica sull’immigrazione, sta continuando a alimentare questo fallimento, cercando di rendere tutto più facile e aprendo la porta a una cittadinanza indiscriminata che non rispetta i valori e le necessità della nostra società”.
“Il referendum sulla cittadinanza sostenuto dal Pd – sottolinea il capogruppo della Lega – non è altro che l’ennesimo tentativo di imporre una visione politica basata sui modelli come Ius Scholae e Ius Soli, quest’ultimo bocciato in passato dallo stesso Pd quando aveva la maggioranza in Parlamento. Gli stessi esponenti che oggi si propongono come paladini di questo referendum, allora, hanno rifiutato di approvare leggi che avrebbero permesso l’acquisto indiscriminato della cittadinanza, dimostrando una prudenza che oggi sembrano dimenticare. Oggi il Pd cerca di aggirare il fallimento di queste proposte riproponendole come soluzioni a problemi che ha ignorato”.
“Non possiamo permettere che l’Italia diventi un esperimento sociale, sacrificando cultura, identità e leggi in nome di un’integrazione ideologica. La proposta del Pd di concedere la cittadinanza in tempi rapidi, senza una seria verifica dell’integrazione, è irresponsabile. La Lega, invece, propone un modello che mette al primo posto i doveri, prima dei diritti. La cittadinanza deve essere meritata, e la revoca per chi commette crimini è un atto di giustizia. Chi tradisce la fiducia dello stato non merita di far parte della nostra nazione. Questo – conclude Stanasel – è il modello che rispetta i principi su cui si fonda il nostro paese: un modello che riconosce il valore del dovere e dell’impegno verso la comunità, prima di ogni diritto”.