PRATO – “Due giorni in allerta rossa: un’esperienza per Prato inedita, con piogge torrenziali, esondazioni possibili anche se poi fortunatamente circoscritte, frane e smottamenti, limitazioni delle attività incluse quelle produttive. Tutta la nostra solidarietà a chi ha subito danni, nella consapevolezza che comunque poteva andare molto peggio”. A parlare è Fabia Romagnoli, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord.
“Il 14 e 15 marzo 2025 non sono stati giorni qualsiasi per Prato e i comuni circostanti: abbiamo temuto una replica del dramma del novembre 2023. Nel frattempo un’ampia area della Toscana viveva le nostre stesse ansie e appariva chiaro che i confini amministrativi, se non esistono per i fenomeni meteorologici, non hanno rilevanza neppure per le misure di sicurezza messe in campo per mitigarne gli effetti: infrastrutture e iniziative anche geograficamente lontane hanno effetti di sistema che si fanno sentire in aree molto vaste. Da questa esperienza escono promosse le grandi opere, dallo scolmatore dell’Arno (lontano da noi, ma importante per tutti i toscani proprio per gli effetti di sistema), alle casse di espansione. Non altrettanto si può dire di altri due fattori: il coordinamento e l’attenzione puntuale per il territorio, nella cui gestione sono impegnati, con una grande frammentazione di competenze, Genio civile, Consorzi di bonifica, Province, Comuni, Regione e per alcuni aspetti anche i privati stessi”.
“Il coordinamento delle valutazioni da effettuare e delle misure da assumere è lasciato alla buona volontà – difficile da esercitare in momenti così concitati – delle singole amministrazioni: servirebbero procedure che – nei limiti dell’imprevedibilità delle situazioni, sempre diverse – prevedano una regia complessiva e consentano l’ottimizzazione delle risorse e una comunicazione più univoca verso cittadini e imprese, alle prese con le ordinanze dei vari comuni – dice ancora Romagnoli – Positivi invece l’informazione preventiva e il coinvolgimento delle associazioni di categoria, che ha consentito di avvisare prontamente le aziende delle decisioni che venivano assunte e di dare il nostro contributo nella gestione della criticità. Quanto alla cura puntuale e continuativa del territorio, abbiamo affrontato questa nuova emergenza con i danni del novembre 2023 solo parzialmente riparati, talvolta anche a fronte di necessità di interventi relativamente semplici; con non chiare pianificazioni e definizioni di priorità nelle misure per la messa in sicurezza del territorio; con pratiche di gestione dell’emergenza talvolta discutibili”.
“Come Confindustria Toscana Nord riteniamo centrale il tema della sicurezza idrogeologica – prosegue – È razionale l’obbligo per le imprese di assicurarsi contro i rischi catastrofali: obbligo che ha l’importante implicazione di imporre alle assicurazioni di coprire anche situazioni che diversamente le compagnie eviterebbero. Ne abbiamo parlato pochi giorni fa in associazione, sottolineando anche i rischi di incremento dei costi delle polizze e le difficoltà di perimetrare coperture pienamente efficaci. Ma la vera assicurazione contro le catastrofi è la prevenzione. Lo scorso novembre abbiamo affidato a Enio Paris, professore emerito dell’università di Firenze e membro del Comitato tecnico-scientifico della Regione Toscana per l’alluvione 2023, e all’ingegner David Settesoldi uno Studio per la valutazione del rischio idraulico da collasso arginale in alcune zone delle province di Lucca, Pistoia e Prato. Lo studio è in corso e si concluderà a fine anno con i risultati dello screening di alcuni dei tratti più critici degli argini del Bisenzio fino alla confluenza del Fosso Reale, oltre che dell’Agna e del Serchio nel tratto della Media Valle. L’obiettivo è individuare le porzioni degli argini che in caso di rottura possono provocare i danni maggiori. I risultati dello studio saranno messi a disposizione sia degli enti pubblici sia dei nostri soci. Un contributo che vogliamo dare all’impostazione di nuove e più efficaci strategie di gestione della sicurezza idrogeologica, di cui si avverte il bisogno. Questa volta all’area pratese non è andata troppo male, ma la prossima?“.