(Adnkronos) – Alla luce della sempre maggiore affermazione della medicina estetica e della richiesta da parte degli italiani di ricorrere a trattamenti estetici, anche per motivi di salute, è urgente e necessario definire linee guida condivise tra i protagonisti del settore – Istituzioni, Società Scientifiche e Associazioni – che possano garantire elevati standard qualitativi delle prestazioni a tutela dei cittadini. Per questo, in questi giorni a Roma, a Montecitorio è stato organizzato un evento dal titolo ‘Garantire la qualità e la professionalità nella Medicina Estetica’, organizzato su iniziativa dell’Onorevole Annarita Patriarca, membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, patrocinato dall’Associazione di Iniziativa parlamentare e legislativa per la Salute e la prevenzione, promosso da Amei, Associazione medicina estetica italiana, e con il supporto non condizionato di Icamp, Scuola internazionale di medicina estetica pratica. È stato un momento di confronto e discussione tra Istituzioni, esperti del settore e rappresentanti dell’Associazionismo – si legge in una nota – con l’obiettivo di portare alla luce le criticità dell’attuale vulnus legislativo e definire linee guida condivise per una medicina estetica sicura, che possa garantire standard qualitativi e appropriatezza a tutti i cittadini. Nel corso dell’evento, sono stati presentati i dati di un’indagine condotta da Csa, sigla di Havas Media Network dedicata a ricerche e analytics, su un campione di mille persone (500 utilizzatori e 500 non utilizzatori non rejectors), dai quali è emerso che nella maggioranza dei casi le persone individuano nel medico estetico (il 61%) e nel chirurgo plastico (53%) le figure professionali preposte a somministrare questi trattamenti e il 90% ritiene fondamentale una formazione obbligatoria e specifica dei medici, anche se il 21% è convinto che sia l’estetista la figura a cui rivolgersi. La principale motivazione che ha spinto gli utilizzatori a sottoporsi ad un trattamento estetico è per sentirsi meglio con sé stessi (il 71%), il 21% per motivi di salute. Dalla survey è emerso però anche un dato allarmante: tra quelli che hanno fatto ricorso alla medicina estetica il 71% è molto attento alla sicurezza delle terapie e preoccupato dai problemi di salute che potrebbero emergere dopo il trattamento, seppure il 33% utilizzi la ricerca online come canale di informazione su medici e strutture accreditate. “La medicina estetica – spiega Francesca Merzagora, presidente Fondazione Onda ETS, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere – si occupa di migliorare la qualità di vita del paziente per rispondere al suo benessere psico-fisico, non solo attraverso l’intervento estetico richiesto ma, principalmente, contribuendo a rimuovere e a curare la causa direttamente collegata all’insorgenza dell’inestetismo stesso. Per questo, la medicina estetica non è solo la mera esecuzione di un trattamento ma è considerata una medicina preventiva, correttiva, restitutiva e riabilitativa, e quindi anche a sfondo sociale che deve essere praticata da medici con un’attenta e approfondita formazione teorico-pratica”. La crescente attenzione verso la medicina estetica impone però che si faccia chiarezza su procedure e professionisti coinvolti. “Come Amei, una delle principali Società scientifiche di medicina estetica e Icamp, principale Scuola di Formazione nell’ambito – sottolinea Maria Albini, presidente di Amei e presidente di Icamp – siamo da sempre consapevoli del ruolo, del valore e della responsabilità crescente che questa disciplina ha nei confronti della sfera sociale delle persone e per questo ci impegniamo costantemente per tutelare questa professione. La mancanza di una regolamentazione chiara del settore e della previsione di rigorosi percorsi di formazione penalizza gli operatori seri e professionali a scapito della qualità e sicurezza dei trattamenti, a danno dei cittadini e di tutti gli operatori seri. Al momento, ci sono solo iniziative eterogenee e limitate, ma è chiaro che questo vuoto legislativo possa essere colmato solo tramite iniziative legislative condivise e una crescita culturale del Paese”. A tale proposito, l’Onorevole Annarita Patriarca, membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, ha aggiunto: “Come promotrice della mozione presentata lo scorso anno per impegnare il Governo a regolamentare, nel più breve tempo possibile, il settore della medicina estetica, ho avviato già da tempo delle interlocuzioni con le Società Scientifiche di riferimento, l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri e con le università. Il confronto tra i principali interlocutori del settore è quindi l’occasione per porre le basi per avviare iniziative legislative congiunte che rispondano all’esigenza di garantire a tutti i cittadini non solo standard qualitativi e professionali adeguati ma anche un accesso semplificato, chiaro e trasparente alle informazioni sulle figure professionali coinvolte e sui trattamenti”. Appare sempre più urgente l’identificazione di una regolamentazione chiara e uniforme sul territorio. “È evidente – osserva il senatore Antonio Tomassini, presidente dell'Associazione di iniziativa parlamentare per la salute e la prevenzione – alla luce dei dati presentati, come questo settore sia in costante crescita e come le tecnologie utilizzate nel corso dei trattamenti estetici siano in continua evoluzione. Dal dibattito di oggi, però, è emerso anche come una maggiore complessità nella gestione delle prestazioni richieda parallelamente anche una professionalità adeguata e una regolamentazione univoca, a tutela della salute di tutti i consumatori. Obiettivi che ci sentiamo di condividere e promuovere alla luce del nostro costante impegno – conclude – come Associazione parlamentare di riferimento per la salute e la prevenzione dei cittadini”. —salute/sanitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Sanità, esperti a convegno per definire linee guida medicina estetica sicura
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