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Giustizia, Nordio: “Pm già superpoliziotto, crea indagini senza controllo”

(Adnkronos) – La riforma della giustizia arriverà entro l'estate. Ad annunciarlo il ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle comunicazioni al Senato. "Quanto al timore del cosiddetto pm superpoliziotto la risposta è assai semplice: nel sistema attuale esso lo è già, con l’aggravante che godendo delle stesse garanzie del giudice egli esercita un potere immenso senza alcuna reale responsabilità", ha affermato. "Oggi infatti il pm non solo dirige le indagini, ma addirittura le crea, attraverso la cosiddetta clonazione dei fascicoli, svincolata da qualsiasi parametro e da qualsiasi controllo, che può sottoporre una persona ad indagini occulte ed eterne e che creano disastri anche finanziari nell'ambito della amministrazione della giustizia – ha sottolineato Nordio – Pensiamo a quante inchieste sono state inventate, si sono concluse con la sentenza 'il fatto non sussiste' e sono costate milioni di euro in intercettazioni, di tempo, di ore di lavoro perdute".  Nella coalizione c'è "unità di intenti con cui è stato sottoscritto il testo e lo sosterranno con la medesima determinazione", ha sottolineato il minstro ribadendo che "completeremo l'iter di approvazione entro l'estate e "siamo lieti che parte dell'opposizione, seppure con varie motivazioni e riserve, abbia dato la sua adesione". "La riforma della giustizia con la separazione delle carriere era un obbligo e un dovere verso i nostri elettori", ha quindi affermato Nordio aggiungendo che la "coalizione si era presentata compatta con questo programma". "Quanto al tema del sorteggio, esso è inserito sistematicamente nel complesso giurisdizionale nella sua più alta esplicazione: nei confronti delle persone, del governo e del Capo dello Stato. Sono infatti sorteggiati i giudici popolari della Corte d’Assise che possono condannare all’ergastolo; i membri del Tribunale dei Ministri, che sottopongono a processo i componenti dell’Esecutivo e infine i sedici giurati della alta Corte che giudica il Presidente della Repubblica per alto tradimento e attentato alla Costituzione. Quindi nessun diritto di lesa maestà in questa innovazione".  La riforma "escludo che preveda un assoggettamento del pubblico ministero all'esecutivo, questo postulato assoluto è garantito dalla norma di legge che attua il principio costituzionale", ha dichiarato ancora il ministro sull'amministrazione della giustizia aggiungendo che si "rafforza il ruolo del giudice". Quanto alle critiche su un rischio di assoggettamento del pm al potere esecutivo Nordio ha sottolineato: "L'unico processo che respingiamo è quello alle intenzioni". "Il rischio di una sottoposizione del pm all’esecutivo" è "un’interpretazione scadente di un pregiudizio obsoleto. Non c’è nessun parallelismo, nessuna consequenzialità tra le due situazioni". "Ribadisco che intenderemo proseguire nella piena attuazione del sistema accusatorio all'interno del sistema processuale penale, proseguendo e soprattutto ripristinando l'impianto del codice di procedura penale firmato da Giuliano Vassalli nel 1989, in sostituzione di quello firmato da Alfredo Rocco – ha continuato – In esso la separazione delle carriere è condicio sine qua non, e i due concetti sono consustanziali. A questa innovazione sono state opposte obiezioni di varia natura. Sarebbe stato, e sarebbe ancora mio auspicio, che non rappresentassero l’enfasi apocalittica di radicati pregiudizi, ma esprimessero argomentazioni di coerenza sistematica, e ragionevoli considerazioni di opportunità".  "Vorrei che la polemica transitasse dall’emotività derivante dalla rottura della consuetudine, alla dialettica serena di una logica comprensibile, coniugata con un utile pragmatismo. Le critiche alla riforma che, oltre alla separazione delle carriere, prevede la diversa costituzione del Csm e l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare sono riassumibili: nel timore che i Pm perda la propria indipendenza e venga sottomesso al controllo del potere esecutivo – ha osservato il ministro – nel pericolo che la sua differenziazione dalla figura del giudice sostituisca la sua toga con la divisa del superpoliziotto; nella perdita di professionalità dei componenti, nominati in base all’aleatorietà del sorteggio; nel vulnus all’indipendenza della magistratura soggetta al giudizio disciplinare di un organismo spurio. Infine, e più in generale, nella frantumazione quella che, con un ripetitività ormai logora, viene chiamata la cultura della giurisdizione". Secondo Nordio "è sufficiente leggere il testo, chiarissimo, del nostro disegno di legge costituzionale, per assicurarsi che la magistratura requirente mantiene le medesime prerogative di quella giudicante – ha quindi sottolineato – Ogni altra interpretazione costituisce un processo alle intenzioni che non solo offende la dignità del Parlamento, ma ne dimentica il ruolo, posto che un’eventuale modifica futura dovrebbe transitare attraverso una nuova, e simmetrica, procedura di revisione costituzionale". "Sul sovraffollamento stiamo agendo in tre direzioni", ha detto quindi aggiungendo che sono "esclusi provvedimenti di amnistia". Ciò, secondo il ministro sarebbe un segnale di "debolezza dello Stato" e un "incentivo alla recidiva". "Per quanto riguarda gli obiettivi di riduzione dell’arretrato civile pendente al 2019, a fronte di un target atteso di – 95% da raggiungere entro dicembre 2024, al 31 ottobre 2024, presso le Corti di Appello è stata registrata una riduzione del -99,1%, mentre presso i Tribunali ordinari è stata registrata una riduzione del -91,7%", ha affermato. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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