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PRATO – “Come sempre, il gruppo di potere che gestisce da sempre la Regione Toscana, cercherà di etichettare la vicenda Prato come un fatto isolato, una situazione particolare. Purtroppo non lo è, come ha molto bene evidenziato Giovanni Donzelli, a caldo, dopo le dimissioni di Ilaria Bugetti”. Lo dice Vittorio Fantozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale.
“Non sta a me definire – prosegue – i contorni giuridici e le responsabilità personali, ma ha ragione Donzelli che si tratta di una questione più rilevante della sua declinazione locale o territoriale. In Toscana da anni le famiglie vengono agganciate al potere della sinistra attraverso diversi sistemi, che vanno dalle cooperative, alla distribuzione di massa, alla elargizione di contributi e aiuti diffusi, per arrivare alla saldatura definitiva attraverso una occupazione a tempo indeterminato. Con questo non voglio affermare che la Toscana sia il peggio possibile, ma, certamente, la costruzione del consenso prevede passaggi che andrebbero valutati con attenzione e ricostruiti, affinché si possa davvero parlare di assoluta democrazia e di pari opportunità fra le varie forze in campo“.
“Donzelli parla di sistema autoreferenziale e poca trasparenza – prosegue – ovvero i temi che abbiamo più volte evocato in questi cinque anni di mandato regionale. Sanità, le banche Monte dei Paschi e Etruria, il Keu e le sue infiltrazioni mafiose, il caso di Calenzano che ha scoperchiato i limiti di una gestione urbanistica miope e generatrice di problemi anche a livello idrogeologico, il gap infrastrutturale che penalizza buona parte della regione, sono alcune delle battaglie che abbiamo fatto. Come afferma Giovanni Donzelli, ‘in Toscana emergono tutti i lati oscuri del sistema di potere gestito dal Partito Democratico. Un sistema opaco, lontano dai cittadini e distratto dal bene comune, che per troppo tempo è sopravvissuto a liti interne e alla cura di soli interessi personali’. Incrostazioni che derivano da 50 di potere ininterrotto, in Toscana, che i cittadini possono sciogliere con il voto di ottobre, se vogliono veramente modificare una situazione che è diventata insostenibile”.